Alluvione, obbligo di assicurazione. Un’altra stangata per le imprese


Le ferite sul territorio martoriato da un’alluvione restano a lungo. Sul terreno e negli archivi delle compagnie assicurative. A fine marzo scatterà l’obbligo per le imprese (escluse quelle del settore agricolo) di attivare polizze assicurative contro le calamità naturali e il nostro territorio deve prepararsi a fare i conti con cifre anche dieci volte superiori rispetto a quelle che verranno i richieste in altre zone d’Italia. Il dato emerge da uno studio realizzato dall’agenzia di broker assicurativi Golinucci: “In effetti – commenta Paolo Golinucci -, se prendiamo l’ipotesi di un volare assicurato di 2 milioni e mezzo di euro, di cui 2 milioni relativi al fabbricato e la parte restante in capo ai macchinari, sottoscrivendo una polizza che garantisce come massimo risarcimento il 70%, nel territorio cesenate ci attestiamo su valori medi di 4.461 euro annui, ben superiori per esempio ai 458 che verrebbero richiesti a Cagliari, ai 702 di Bari, agli 897 di Milano e ai 960 di Roma. Andrebbe però molto peggio a Genova, dove l’importo richiesto salirebbe addirittura a 7.825 euro”.

Golinucci ribadisce che si tratta di valori medi, dal momento che le variabili messe in campo dalle varie compagnie sono ampie. E prevedono, in certi casi, delle riduzioni dei premi a chi ha attuato misure atte a limitare i rischi, come per esempio l’installazione di paratie. “C’è poi il tema delle geolocalizzazioni – prosegue il broker –: in pratica il rischio viene valutato caso per caso in base all’esatta ubicazione del fabbricato da assicurare”. L’obbligo non prevede in ogni caso vere e proprie sanzioni verso chi è inadempiente, anche se chi decide di non sottoscrivere le polizze richieste potrebbe restare escluso in futuro da eventuali agevolazioni fiscali e, in caso di calamità, non ricevere risarcimenti pubblici. A oggi le imprese italiane che hanno autonomamente deciso di sottoscrive polizze che coprono dai rischi catastrofali sono circa il 5% del totale. “I recenti fatti che hanno colpito il territorio cesenate – chiude Golinucci – hanno purtroppo pesato in maniera evidente: rispetto a qualche anno fa, a partirà di importo assicurato, il premio è cresciuto anche fino a tre volte”.

Sul tema è intervenuta pure Cna: “Siamo profondamente delusi – si legge in una nota firmata dal presidente provinciale Lorenzo Zanotti – soprattutto dalle modalità e dall’atteggiamento del Governo che non solo non ha accolto la nostra richiesta di rinvio dell’entrata in vigore del provvedimento, ma non ha interpellato né coinvolto in un confronto costruttivo le rappresentanze delle imprese. A oggi il regolamento non contiene elementi che facilitino e disciplinino il rapporto tra imprese e assicurazioni, non è ancora disponibile il portale dell’Ivass per il confronto delle offerte. Non è peraltro da sottovalutare il rischio paventato dal decreto attuativo, per quanto concerne le possibili ricadute negative sulle imprese in termini di accesso a contributi pubblici. Infine, va considerato l’aspetto del tempo: 30 giorni sono sicuramente un arco temporale troppo ristretto per stipulare le polizze. Questo adempimento rappresenta l’ennesimo appesantimento di cui le aziende sono costrette a farsi carico”.



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