La ricerca affidata da Confcommercio a Format Research: la paura di azioni violente delle baby gang supera contraffazione e abusivismo
Più di un imprenditore su tre (per l’esattezza il 38,9%) attivo nel terziario teme che la propria impresa possa essere esposta ai furti, rapine, atti vandalici o aggressioni. È uno dei dati che si ricava dalla ricerca affidata a Format Research da Confcommercio Bergamo, in occasione della 12esima Giornata della Legalità, dalla quale si evince un progressivo peggioramento della percezione della sicurezza tra chi opera nel commercio, nel turismo e nei servizi.
Le rapine risultano essere il fenomeno criminale percepito in maggiore aumento dagli imprenditori del terziario di Bergamo (il 31,7%) seguite da furti (30,9%), aggressioni e violenze (30,7%) e atti di vandalismo(28,3%). Tuttavia, quanto alle preoccupazioni, i furti restano comunque ciò che preoccupa maggiormente gli imprenditori del commercio e del turismo sul piano della sicurezza della propria impresa, o persona, e di quella dei propri collaboratori (33,7%). Seguono atti vandalici (26,1%), truffe e frodi informatiche (25,4%), aggressioni (15,7%) e azioni violente delle baby gang (4,6%).
L’esposizione a usura, estorsione e racket è un rischio avvertito dal 21,3% degli imprenditori. Mentre la percezione di rischio legata alle azioni violente delle baby gang è in aumento e tocca il 21,8% (percentuale di poco sopra alla media nazionale del 21,3% e inferiore al dato dell’area geografica di riferimento del Nord Ovest, con il 22,6%). Questo dato, particolarmente avvertito nelle aree centrali a ridosso della stazione a Bergamo e nei maggiori centri urbani in provincia, supera per la prima volta contraffazione (19,5%) e abusivismo (12,6%), entrambi reati storicamente più sentiti dalle imprese del terziario, in particolare del commercio. Capitolo truffe e frodi informatiche: sono fenomeni avvertiti qui più che altrove. La percezione del rischio nel nostro territorio, rilevato dal 25,4% degli imprenditori, è di 6,5 punti superiore al dato nazionale (18,9%) e 4 punti sopra l’area geografica di riferimento (Nord Ovest, dove si attesta al 21,4%).
«La percezione di sicurezza è peggiorata negli ultimi dodici mesi, anche alla luce dei recenti e gravissimi fatti di cronaca- commenta Luciano Patelli, vicepresidente vicario di Confcommercio Bergamo-. Questo segnala la vulnerabilità del nostro sistema, ma anche una maggiore consapevolezza tra gli imprenditori. Da parte nostra desideriamo ricordare che siamo sempre accanto a tutti gli associati, a fianco della legalità, in qualsiasi difficoltà. Continueremo l’opera di sensibilizzazione, informazione e prevenzione contro le infiltrazioni criminali, fondamentale perché il tessuto imprenditoriale abbia buoni anticorpi a difesa di questi fenomeni insidiosi, che si annidano a tutti i livelli anche nel nostro territorio».
Le contromisure delle imprese
Quasi 8 imprese su 10 (78,1%) hanno investito nella sicurezza. Le soluzioni più adottate sono gli impianti di allarme e antifurto o controllo degli accessi (48,1%, dato in linea con il 48% del Nord Ovest, inferiore al 53,4% nazionale dato inferiore ) e i sistemi di videosorveglianza (47,2%, dato inferiore sia al 56,6% del Nord Ovest, nonché distante dal 64,3% nazionale). Il 18,5% degli imprenditori bergamaschi ha investito nella formazione del personale (contro l’8,1% del Nord Ovest e il 5% nazionale), l’11,1% nella vigilanza non armata (contro il 6,4% del Nord Ovest e il 7,7% nazionale), il 5,6% in quella armata (contro il 5,2% del Nord Ovest e il 6,5% dell’Italia).
«La percezione della sicurezza è peggiorata particolarmente nel nostro territorio: è così per il 34,6% degli imprenditori —commenta il direttore Confcommercio Bergamo Oscar Fusini-. Anche il fenomeno della mala movida è avvertito solo in alcune aree circoscritte, anche se è in aumento. Nonostante i rischi percepiti, sono ancora poche le imprese ad aver adottato misure preventive efficaci, anche per la cyber security, che merita la giusta attenzione».
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