Commercialista lecchese assolto dall’accusa di indebite compensazioni fiscali


Michele Migliore, commercialista lecchese detenuto a Lecco, è stato assolto insieme al coimputato Cristian Rossi dall’accusa di indebite compensazioni fiscali per circa 200mila euro, risalenti a cinque anni fa. Il giudice Paolo Salvatore ha stabilito che «il fatto non costituisce reato»

Assolto da contestazioni di natura tributaria (delle presunte indebite compensazioni di crediti d’imposta di 5 anni fa). Ma di guai giudiziari con cui fare i conti, Michele Migliore, commercialista lecchese, ne ha altri. Il professionista, attualmente detenuto a Lecco, è comparsi a palazzo di giustizia con il coimputato Cristian Rossi, 50 anni, noto alle cronache soprattutto tra Pavia e Piacenza, e anch’egli in carcere (nella città emiliana) per scontare un cumulo pene a quattro anni e mezzo di reclusione per vari reati.

Il nome di Migliore compare in relazione ad altre inchieste, come quella che nel 2023 lo ha visto coinvolto in una vicenda di fondi statali destinati alle imprese, concessi dallo Stato durante l’emergenza Covid, che sarebbero stati utilizzati in realtà per sostenere i clan della malavita organizzata tra Legnano e Lonate. Nel 2024, invece, viene raggiunto da ordinanza di custodia cautelare del gip di Monza Marco Formentin, per un’altra indagine su un presunti reati di truffa, bancarotta, riciclaggio e autoriciclaggio, sempre relative ad acquisizioni di finanziamenti pubblici. Un giro nel quale era coinvolto anche il fratello di un magistrato della Dda di Brescia.

Oggi l’accusa era molto più modesta, in relazione a indebite compensazioni per circa 200mila euro risalenti a cinque anni fa. Addebito dal quale è stato assolto – lui e il coimputato – perché “il fatto non costituisce reato” dal giudice Paolo Salvatore. L’accusa è risultata vaga e non sufficientemente provata.

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