L’attacco statunitense all’Iran e l’aggravarsi del conflitto con Israele fanno tremare i mercati energetici globali. Il rischio che lo Stretto di Hormuz, da cui transita oltre il 20% del petrolio mondiale, venga chiuso o reso insicuro può provocare una nuova, drammatica impennata dei prezzi del petrolio e del gas.
Secondo il Prof. Daniele Menniti, Ordinario di Sistemi Elettrici per l’Energia presso l’Università della Calabria e Presidente dello spin-off accademico Creta Energie Speciali S.r.l., è urgente che l’Italia risponda non solo con misure tampone, ma con una strategia strutturale di decarbonizzazione e indipendenza energetica.
«Non possiamo restare spettatori di una crisi annunciata. Le tensioni internazionali impongono una risposta immediata: accelerare la produzione distribuita da fonti rinnovabili e puntare sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) – ha dichiarato Menniti –. Il 2025 è l’anno cruciale: grazie ai fondi del PNRR, famiglie e imprese possono ricevere contributi a fondo perduto fino al 40% per impianti rinnovabili inseriti in CER, oltre a detrazioni fiscali molto vantaggiose. Ma i tempi per accedere a questi benefici sono stretti: il termine per la domanda è fissato al 30 novembre 2025.»
Nel comunicato, il Professore sottolinea anche i rischi strutturali dell’attuale modello energetico italiano, ancora troppo dipendente dal GNL importato via nave, spesso a costi elevatissimi. «La risposta non è solo economica o ecologica, ma geopolitica», conclude Menniti.
La transizione verso un sistema energetico sostenibile e decentralizzato, secondo l’esperto, può essere il vero scudo per famiglie, imprese e territori, in un mondo sempre più instabile.”
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