Quali sono, davvero, i rapporti tra SpaceX e l’Italia


Il programma Iride, SpaceX e la strategia spaziale italiana: facciamo chiarezza. L’articolo di Claudia Giulia Ferrauto.

Negli ultimi giorni, su X (ex Twitter), si è acceso un dibattito riguardo al coinvolgimento di SpaceX nel lancio di un satellite per conto del governo italiano, nel contesto del programma IRIDE. Alcune affermazioni hanno generato confusione, suggerendo una presunta dipendenza dell’Italia da Elon Musk per le sue attività spaziali.

È quindi importante chiarire il quadro con dati alla mano, restituendo una visione corretta e documentata.

SpaceX: partner logistico, non pilastro del sistema spaziale italiano

Il recente lancio di un satellite IRIDE da parte di SpaceX, avvenuto con successo a gennaio 2025 da Vandenberg, si inserisce in una scelta tecnica e logistica guidata da criteri di affidabilità, tempistiche e costi competitivi. Tuttavia, SpaceX non è né l’unico vettore utilizzato né il fulcro della strategia spaziale italiana, ma uno dei diversi partner integrati nella più ampia visione dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il satellite IRIDE Pathfinder Hawk, primo di una serie, ha già iniziato a trasmettere dati preliminari utili per la gestione delle emergenze in Italia, dimostrando l’efficacia del sistema. Questa collaborazione con SpaceX rappresenta un tassello di un mosaico più complesso, lontano da una dipendenza esclusiva o da una soluzione di emergenza.

Il programma IRIDE: un progetto italiano con respiro europeo

IRIDE si configura come un programma strategico per l’osservazione della Terra, coordinato da ASI ed ESA, sostenuto da un investimento di 1,1 miliardi di euro nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Prevede il lancio di 21 satelliti, affidati prevalentemente ad aziende italiane come Argotec e Thales Alenia Space Italia, per un valore che supera i 140 milioni di euro. Inoltre, il progetto coinvolge 73 aziende del nostro paese, con una significativa presenza di piccole e medie imprese (PMI), che costituiscono il 60% della filiera industriale. Questo approccio non solo rafforza l’autonomia nazionale, ma stimola anche la crescita dell’ecosistema spaziale locale, generando opportunità di lavoro e innovazione tecnologica.

“Perché non hanno usato il razzo di Urso?”, chiede il braccio destro italiano di Elon Musk: una risposta tecnica

La domanda sollevata su X da Andrea Stroppa, “Perché non hanno usato il razzo di Urso?”, richiede una risposta fondata su fatti concreti. Il post originale di Stroppa recita: “Poche ore fa SpaceX ha lanciato satelliti per conto del governo italiano e società italiane per osservazione della terra. Perché non hanno lanciato con il razzo di Urso? Perché quando poi bisogna risolvere i problemi si rivolgono a SpaceX? Non era inaffidabile Musk?” accompagnato da un’immagine che cita: “Starlink, entro l’estate sapremo se c’è un’alternativa italiana ai satelliti di Musk. Parola di Urso. Secondo il ministro lo studio di fattibilità commissionato dal governo all’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) è in arrivo. Servirà a capire tempi e costi di una possibile costellazione satellitare nazionale”.

In un successivo tweet, Stroppa aggiunge: “Non possono lanciare satelliti, ma vogliono addirittura fare una costellazione a bassa orbita italiana. Lo so che fa ridere, ma è da piangere” [Post: 1937461729899761747, 10:44 2025-06-24 UTC].

Questa critica merita una risposta basata su dati: l’Italia è parte attiva dei programmi europei di lancio.

Vega, sviluppato da ESA con una leadership italiana grazie ad AVIO, è tornato pienamente operativo dopo un test di successo nel 2025, ideale per carichi leggeri; Ariane 6, destinato ai carichi pesanti, è pronto per il suo primo lancio entro la fine dell’anno; collaborazioni con Russia (Soyuz) e India (ISRO) arricchiscono ulteriormente le opzioni disponibili.

Il ricorso a SpaceX non è quindi un ripiego, ma una scelta tattica che bilancia efficienza, disponibilità e indipendenza europea, come nel caso del lancio del primo satellite IRIDE con un Falcon 9 per la sua rapidità di messa in orbita, lasciando poi spazio a Vega e altri vettori per il futuro.

Una strategia nazionale coerente e ben finanziata

Nel 2024, il governo italiano ha istituito il Fondo per l’Economia Spaziale, stanziando oltre 7 miliardi di euro fino al 2026, di cui 3,1 miliardi destinati a ESA e 2,3 miliardi ad ASI, per sostenere progetti come IRIDE, l’innovazione tecnologica e lo sviluppo dell’industria aerospaziale nazionale. Parallelamente, AVIO sta lavorando alla Vega Evolution, una versione aggiornata del vettore Vega capace di trasportare fino a 1.500 kg in orbite polari, con un test previsto entro la fine del 2025 che segnerà un passo significativo verso l’autonomia europea nei lanci di media categoria.

Collaborazioni con SpaceX: scelte pragmatiche, non ideologiche

L’Italia estende la sua collaborazione con SpaceX anche oltre i lanci, come dimostrato dalle trattative avviate a gennaio 2025 su sistemi di crittografia Starlink, utili per applicazioni di sicurezza e comunicazione.

Tuttavia, questa partnership non intacca la posizione strategica del nostro paese nei progetti europei, tra cui IRIS², a cui l’Italia contribuisce attivamente con il 20% del finanziamento totale, in vista del lancio nel 2029.

Un’integrazione piena con la strategia spaziale europea

IRIDE si inserisce armoniosamente nella strategia spaziale dell’Unione Europea, contribuendo al 15% degli obiettivi del programma Copernicus per l’osservazione della Terra e confermando la sinergia tra l’impegno italiano e gli obiettivi comunitari. La recente risoluzione delle tensioni con la Francia sui contratti Vega, avvenuta a maggio 2025, ha inoltre consolidato una collaborazione stabile all’interno di ESA, rafforzando la coesione del progetto.

L’Italia non dipende da SpaceX

Collabora con SpaceX quando è opportuno farlo, nell’ambito di una strategia spaziale solida, multilaterale e ben finanziata, che combina autonomia europea, cooperazione internazionale e valorizzazione dell’industria nazionale. Il programma IRIDE ne è l’esempio più rappresentativo: è forte, strutturato, guidato da attori italiani e perfettamente integrato nella visione europea.

Le scelte tecnologiche e logistiche, come l’utilizzo di un vettore SpaceX per un singolo lancio, sono decisioni operative e contestuali, non sintomi di dipendenza strutturale. Con investimenti consistenti, una filiera industriale sempre più ampia e una rete di partnership diversificata, l’Italia si conferma come uno dei protagonisti del nuovo panorama spaziale globale.



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