“Solo il prodotto non basta. Adattarsi ai cambiamenti”


“Viviamo una fase in cui la competitività non si gioca più solo sul prodotto, ma sulla capacità di fare ecosistema e adattarsi rapidamente ai cambiamenti”. Nuovo vicepresidente di Confindustria Emilia, presidente e amministratore delegato di Gruppo B&T, Fabio Tarozzi indica le sfide del sistema industriale da qui ai prossimi anni.

Tarozzi, cosa l’ha spinta ad accettare l’incarico in Confindustria?

“Per me una naturale prosecuzione di un percorso che affianca da sempre l’attività d’impresa a quella associativa. Credo profondamente nella funzione di rappresentanza industriale, intesa non solo come tutela, ma come occasione per costruire visione, condividere esperienze e creare strumenti utili per affrontare le sfide che il contesto ci pone. Oggi più che mai, in un sistema che cambia rapidamente, serve un’industria organizzata e consapevole, capace di fare sistema”.

Oggi gli imprenditori devono misurarsi con la geopolitica, la transizione digitale, la sostenibilità.

“Non possiamo fingere che le difficoltà non esistano, ma non possiamo nemmeno permetterci di subirle. Oggi fare impresa significa navigare in un mare aperto, dove le rotte vanno spesso ridisegnate. Serve lucidità, spirito di adattamento, ma anche coerenza nei valori. Credo che la vera forza delle nostre imprese stia nella capacità di trasformarsi senza perdere la propria identità: innovare i processi, aggiornare le competenze, affrontare le transizioni, da quella digitale a quella ambientale, con pragmatismo, senza ideologie ma con visione e metodo”.

In che modo il suo percorso personale potrà incidere nel nuovo incarico?

“La mia esperienza alla guida di Gruppo B&T mi ha insegnato che le sfide si affrontano lavorando sulle persone, investendo sulla qualità e costruendo reti solide. In questi anni ho avuto l’occasione di rappresentare l’industria meccanica in contesti nazionali come Acimac e Federmeccanica, portando sempre uno sguardo attento al legame tra territori, filiere e manifattura”.

Quali sono le priorità su cui vorrebbe concentrare il suo contributo come vicepresidente?

“Credo sia fondamentale continuare a lavorare sul rafforzamento delle competenze, sulla diffusione delle tecnologie e sulla capacità delle imprese di collaborare in ottica di filiera. Viviamo una fase in cui la competitività non si gioca più solo sul prodotto, ma sulla capacità di fare ecosistema e adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Dobbiamo essere attrattivi per le nuove generazioni, credibili sul fronte della sostenibilità, capaci di accompagnare le PMI in percorsi di crescita reale. E dobbiamo farlo partendo da quello che siamo: una delle aree industriali più dinamiche d’Europa, che può contare su una manifattura viva, reattiva e orientata al futuro”.

La nuova presidente Sonia Bonfiglioli ha parlato di ’quinta rivoluzione industriale’. Lei come interpreta questa definizione?

“È un’espressione che mi convince, se la intendiamo come la necessità di tornare a mettere la persona al centro, senza rinunciare alla spinta tecnologica. Dopo anni in cui abbiamo parlato solo di automazione e dati, credo sia giusto ricordare che dietro ogni trasformazione ci sono le persone: i lavoratori, gli imprenditori, i giovani che entrano in azienda”.

r.m.



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