Assolombarda: l’innovazione sarà il motore della crescita provinciale


PAVIA – Il messaggio che arriva dall’Assise 2025 di Assolombarda Pavia, che si è svolta questa mattina (lunedì) ad Albuzzano, alla sede della Fedegari Spa, si articola su cinque leve fondamentali di sviluppo che rappresentano l’ossatura del Piano Strategico di Rilancio del territorio pavese, avviato nel 2020, e continuamente aggiornato: Innovazione, Capitale umano, Sostenibilità, Infrastrutture, Cultura d’impresa.

La platea dell’Assise 2025 di Assolombarda Pavia che si è svolta alla Fedegari Spa di Albuzzano

Attrarre investimenti, trattenere talenti, costruire alleanze: il sistema produttivo pavese tenta così di rilanciare il proprio ruolo nel cuore dell’innovazione italiana, trasformando visione strategica e collaborazione in motori di sviluppo. «Il Pavese è un territorio ricco di eccellenze che vogliamo valorizzare maggiormente puntando con forza sulle leve di sviluppo individuate dal Piano Strategico – ha detto il Presidente di Assolombarda, Alvise Biffi – In questa direzione, abbiamo inserito nel Piano progettualità che riguardano la microelettronica, l’intelligenza artificiale, la formazione, così come il rilancio delle vocazioni produttive locali, a dimostrazione che innovare significa anche saper reinterpretare le proprie radici alla luce delle sfide globali. Ne sono esempi la Fondazione Chips.it, il distretto della Microelettronica e il Parco Cardano. È grazie all’innovazione, alle alleanze sul territorio e alla stretta interconnessione con il quadrilatero composto dalle province di Assolombarda che il Pavese può spingere la produttività e portare sempre più imprese sui mercati internazionali».

L’intervento di Alvise Biffi, presidente di Assolombarda

Il cuore della strategia, delineata dal presidente della Sede di Pavia di Assolombarda, Tommaso Rossini, è chiaro: ripartire dall’Ecosistema dell’Innovazione pavese, una rete solida e già attiva che unisce università, formazione tecnica, centri di ricerca, industria. «Oggi abbiamo raccontato di progettualità concrete, di un territorio in trasformazione, di investimenti già attivati e di primi risultati tangibili che si stanno traducendo in realtà operative – ha raccontato Rossini – Tutto ciò avviene senza ignorare le criticità e le fragilità strutturali che ancora permangono, ma con la consapevolezza di poter contare su una autentica volontà di rilancio. Pavia si afferma come un polo d’eccellenza nazionale per l’innovazione grazie a un ecosistema in costante evoluzione. L’Università, lo IUSS, i Collegi di Merito, i tre IRCCS, lo CNAO, il Supercomputer HPC6, costituiscono la base di una rete solida, articolata, coesa nell’individuare prospettive di sviluppo e capace di una stretta collaborazione con le imprese». Troppo pochi, invece, «i progressi sul fronte delle infrastrutture, che restano il vero nodo critico del territorio. Qualche segnale positivo c’è – dal finanziamento del progetto per il Ponte della Becca all’avvio dei bandi per la Vigevano-Malpensa – ma ancora lontani da opere concrete». Per quanto riguarda Vigevano, Rossini ha annunciato di avere in cantiere «la costituzione della Filiera della Calzatura con Assomac, Assocalzaturifici e Confindustria Alto Milanese».

Il presidente della sede pavese di Assolombarda, Tommaso Rossini 

Per rafforzare ulteriormente la vocazione all’innovazione del territorio pavese e valorizzarne l’identità, è in fase di sviluppo un ulteriore progetto: un Festival dellInnovazione, che si terrà a Pavia nel 2026. L’iniziativa nasce all’interno di una logica di sistema, condivisa e costruita insieme a Comune di Pavia, Università di Pavia, Arexpo e Camera di Commercio di Pavia, Cremona e Mantova. L’obiettivo è quello di realizzare un evento di portata internazionale, in grado di celebrare il tessuto produttivo e scientifico pavese, il dialogo fecondo tra sapere e impresa, e la capacità del territorio di attrarre nuove reti, relazioni e investimenti. Il Festival dell’innovazione è il collante progettuale che consente all’Ecosistema dell’Innovazione di unirsi attorno a un progetto comune.

I DATI ECONOMICI

Nel 2024, la persistente debolezza della domanda globale e la stagnazione europea hanno pesato in modo particolare sull’economia pavese comportando un appiattimento della crescita della provincia. Il PIL di Pavia nel 2024 è, infatti, rimasto invariato (+0,0%) e si stima per il 2025 una ripresa moderata (+0,5%), sostenuta dal comparto dei servizi e dal ritorno dei consumi, in linea con l’andamento lombardo.

La produzione manifatturiera di Pavia ha visto un nuovo calo nel 2024 (-1,5%) e ancora una diminuzione a inizio del 2025 (-2,9%, rispetto al primo trimestre 2024), portando a un ulteriore allargamento del gap rispetto all’andamento medio della Lombardia, anch’esso in contrazione nel 2024 ma in misura più contenuta.

Le performance delle imprese locali sui mercati internazionali si confermano, invece, positive. Lexport nel 2024 ha raggiunto il record storico di 4,6 miliardi di euro, con una crescita del +3%, superiore sia alla media lombarda (+0,6%) che a quella italiana (-0,4%). I settori trainanti sono stati la meccanica (+12,6%) e la farmaceutica (+12,4%), che insieme rappresentano oltre il 40% dell’export pavese. Nonostante il calo registrato nel primo trimestre 2025, l’export si conferma come il comparto più dinamico e competitivo del territorio.

Anche sul mercato del lavoro emergono segnali incoraggianti: gli occupati nel 2024 sono saliti a 237.000, in lieve crescita rispetto al 2023 (+0,4%) e sopra i livelli pre-Covid. Crescono in particolare i servizi avanzati, la sanità e le professioni scientifiche, che guadagnano 6.000 occupati in un solo anno. Il tasso di disoccupazione cala sensibilmente, dal 4,7% al 3,5%, sotto la media regionale, con un crollo della disoccupazione femminile al 2,1%.

Anche sul fronte giovanile, la situazione migliora: la disoccupazione tra i 15-24 anni scende dal 19% al 12,8%, allineandosi al dato lombardo e ben al di sotto della media nazionale (20,3%). Tuttavia, crescono anche gli inattivi (+4.000), segnale di un disincanto che richiede attenzione.

Persistono criticità nel settore manifatturiero, in calo dal 2023, e nella difficoltà di reperimento di figure chiave: nel 2024, il 51,1% dei profili ricercati è risultato difficile da trovare, con punte del 78% per i tecnici della salute e 81% per i medici. Una sfida che richiede politiche attive su formazione e orientamento.





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