Il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione sono ormai riconosciuti come una delle sfide più urgenti per l’Europa. Il cosiddetto “inverno demografico” non ha solo conseguenze sociali e culturali, ma incide direttamente sulla crescita economica, sulla sostenibilità dei bilanci pubblici e sui sistemi pensionistici. Secondo la relazione Draghi, entro il 2040 la forza lavoro dell’UE si ridurrà di quasi due milioni di persone l’anno, imponendo interventi strutturali per rafforzare la competitività del continente.
Su questo fronte, un gruppo trasversale di eurodeputati guidati da Paolo Inselvini (ECR) ha chiesto alla Commissione europea se non sia giunto il momento di riconoscere le spese per le politiche demografiche come veri e propri investimenti – e non come semplici spese correnti soggette ai vincoli del Patto di stabilità e crescita. La richiesta mira a dare agli Stati membri maggiore flessibilità per finanziare misure a favore della natalità, dell’infanzia e del capitale umano.
A rispondere, a nome dell’Esecutivo comunitario, è stato Valdis Dombrovskis: “La Commissione – ha spiegato – riconosce pienamente le sfide poste dall’invecchiamento della popolazione e invita gli Stati membri a integrare nei loro piani di medio termine misure capaci di attenuare l’impatto economico e sociale del fenomeno. Pur ricordando che, in base ai trattati, la definizione di “investimento” resta legata alla formazione lorda di capitale fisso, l’esecutivo sottolinea come riforme e investimenti in servizi essenziali – dall’assistenza all’infanzia all’assistenza a lungo termine – possano giustificare un percorso di risanamento dei conti più graduale”.
La Commissione (che per la guerra in Ucraina non bada a spese) ha poi indicato che nel quadro finanziario pluriennale 2028–2034, Bruxelles ha previsto “partenariati nazionali e regionali che includono riforme mirate alle esigenze specifiche di ciascun Paese, con un’attenzione particolare alle sfide legate alla natalità e all’invecchiamento”. Che magra consolazione…
foto Mediamodifier da Pixabay.com
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