Nuovo incentivo energivori, ipotesi accorpamento 4.0 e 5.0


Bitonci alla Camera: “Stiamo valutando di inserire nella Manovra di Bilancio 2026 un nuovo incentivo che rappresenti un’evoluzione dei precedenti Piani”

Un nuovo incentivo per gli energivori senza DNSH

Una nuova agevolazione unica dedicata alle imprese energivore, che accorpi l’incentivo del Piano Transizione 4.0 con quello Transizione 5.0. Questa la misura al vaglio del Governo e che potrebbe verosimilmente vedere la luce nella prossima manovra economica. A confermarlo è stato Massimo Bitonci, sottosegretario di Stato al Ministero delle imprese e del made in Italy (MIMIT), rispondendo ieri a una doppia interrogazione alla Camera dei Deputati.

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Quanto pagano l’energia le imprese italiane?

La questione sul tavolo è duplice. Da un lato c’è il mezzo fiasco di Transizione 5.0, le cui risorse ancora inutilizzate – oltre 4 miliardi di euro da assegnare entro il 2026 – potrebbero far perdere all’Italia i fondi PNRR; dall’altro le difficoltà energetiche in cui versano le imprese nostrane continuando a sostenere il prezzo dell’energia elettrica più elevato tra i grandi Paesi europei.

Come ricordato in una recente analisi del Centro studi di Unimpresa, nel 2024 il prezzo medio all’ingrosso dell’elettricità – 109 euro per MWh – è stato il 28% più elevato di quello tedesco, più alto del 42% di quello spagnolo e addirittura del 47% superiore a quello francese. Questo differenziale si paga in competitività, con conseguenze più evidenti nei settori ad alta intensità energetica.

Il flop di Transizione 5.0

Tra le misure messe in campo per tamponare il caro energia, le più promettenti sono anche quelle che hanno generato più incertezza. Da un lato c’è l’Energy Release 2.0, che prevede una sorta di prestito energetico a prezzi agevolati (65 euro/MWh) da parte del GSE alle imprese energivore. Dall’altra il Piano Transizione 5.0 che prevede un credito d’imposta dedicato a sostenere la conversione del sistema produttivo verso un modello energeticamente più efficiente e pulito.

E mentre il primo ha subito dei rimaneggiamenti last minute, il secondo ha mostrato dei nodi strutturali che hanno reso difficile l’accesso agli incentivi. Secondo i dati del contatore aggiornati al 15 settembre 2025, le risorse utilizzate per progetti completati ammontano a poco meno di 300 milioni su 6,23 miliardi complessivi. Aggiungendo le risorse prenotate per progetti in via di realizzazione, rimangono fuori ancora oltre 4 miliardi.

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Nuovo incentivo energivori nella Manovra 2026

Nonostante, come sottolineato dallo stesso Bitonci, la misura 5.0 abbia ricevuto un’accelerazione nell’ultimo periodo, appare oggi necessario imprimere una spinta.

“Confermo che è allo studio una nuova misura volta a unificare gli obiettivi di digitalizzazione con gli obiettivi di decarbonizzazione ed efficienza energetica, ha dichiarato alla Camera il sottosegretario. “Specificamente, stiamo infatti valutando di inserire nella Manovra di Bilancio 2026 un nuovo incentivo, che rappresenti un’evoluzione dei precedenti Piani e che possa essere finanziato in maniera strutturale con risorse nazionali“.

La scelta di puntare su fondi nazionali anziché comunitari, come nel caso delle misure PNRR, offre la possibilità di evitare la regola europea del «Do Not Significant Harm» (DNSH), aprendo l’incentivo anche agli energivori.

“Riusciremo così a risolvere uno dei problemi che ha reso difficile l’accesso delle imprese alla misura 5.0, per via del suo legame con il PNRR”, ha aggiunto Bitonci. “A questo proposito, la nuova misura prevederà un meccanismo di accesso semplificato, con tempi di attuazione rapidi”.



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