le imprese fanno rete per riqualificarli con comunità energetiche rinnovabili- Corriere.it


Nuova vita agli impianti sportivi: le imprese fanno rete per riqualificarli con comunità energetiche rinnovabili
Allenamento vicino a un parco fotovoltaico. Crediti foto: Getty Images

Riqualificare gli impianti sportivi e renderli il più possibile efficienti in termini di impatto energetico. Con questi obiettivi è nata Italsport impianti, una rete di circa 20 imprese riunite nel progetto della Green Sport Arena e da circa tre anni al lavoro per ridurre i consumi, attrarre finanziamenti, perfezionare la gestione delle strutture in cui si pratica sport. «Arriviamo sempre tra le prime dieci Nazioni al mondo nelle performance olimpiche, ma a livello di impianti non siamo neanche tra le prime 30», spiega Pierluigi Marzorati, che dopo una carriera da campione di Basket, da anni ormai si occupa di impianti sportivi in qualità di ingegnere: «C’è bisogno di dare nuova vita agli spazi e creare comunità energetiche rinnovabili».

Circa 60 mila strutture sportive in Italia hanno più di 45 anni e circa duemila sono chiuse per problemi di gestione o eccessivi consumi: la rete d’imprese Italsport vuole riqualificarle e proporre comunità energetiche

Secondo i dati diffusi nel corso della presentazione ufficiale, che si è tenuta al palazzo della Regione Lombardia a Milano durante il Green Energy Day l’11 aprile, su 150mila impianti sportivi presenti in Italia, 60mila ha più di 45 anni di età e circa duemila sono quelli chiusi per problemi di agibilità, gestione amministrativa o insostenibilità dei consumi. «Con la nostra rete vogliamo guidare gli imprenditori a conoscere gli strumenti finanziari per sostenere gli interventi in accordo con le amministrazioni pubbliche», spiega l’ingegnere Andrea Natale in apertura dei lavori. L’idea è quella di proporre nuovi modi di intendere le comunità energetiche, come stiamo già facendo, ad esempio, con il Bluenergy Stadium a Udine, dove il 30 per cento dell’energia solare prodotta dai 2.409 pannelli solari installati sul tetto della struttura genera 1,1 Megawattora all’anno che sarà messo a disposizione dei tifosi dell’udinese calcio: «Le comunità energetiche sono uno strumento prezioso, ma non decollano perché le persone non si fidano. Pensiamo che lo sport possa dare un esempio e rafforzare le comunità verso l’uso responsabile e condiviso dell’energia», dice Marzorati.

I progetti per ridurre l’impatto delle strutture

Considerando l’anzianità delle strutture, l’adozione di tecnologie verdi per la gestione e il risparmio energetico potrebbe portare a un risparmio dei consumi del 25-30 per cento negli impianti italiani. E l’orientamento alla sostenibilità potrebbe attirare investimenti privati e consentire di accedere a bandi pubblici e incentivi per innovare le strutture e rendere più fruibili gli impianti per spettatori ed eventi extra-sportivi. Nell’arco del convegno sono stati presentati due dei progetti apripista nel modello di rinnovo delle strutture, cioè l’Ice Arena di Varese, in cui la ristrutturazione degli impianti da parte di Acinque ha portato a un dimezzamento dei consumi e gli impianti della Virtus Arena di Bologna, in cui gli spazi – rinnovati dal punto di vista energetico da Schneider electric – sono a disposizione della comunità anche al di fuori degli eventi sportivi.

Allo studio ci sono nuovi modi di utilizzare la rete delle imprese, che include realtà varie dai produttori di energia a broker assicurativi, per imporre un rinnovamento degli impianti e creare un sistema di comunità energetiche condiviso. Oltre che aziende italiane sono coinvolte multinazionali europee, con l’idea di estendere il progetto al resto dell’Unione europea.



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