L’attacco israeliano in Iran, avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 giugno, ha innescato, come noto, un’immediata reazione sui mercati delle materie prime. Il prezzo del gas naturale alla Borsa di Amsterdam è salito del 4%, toccando quota 37,60 euro al megawattora. Parallelamente, il greggio ha registrato un balzo ancora più pronunciato: il Wti ha guadagnato l’8%, salendo a 73,48 dollari al barile, mentre il Brent si è portato a 74,47 dollari (+7,37%). Secondo Unimpresa, qualora queste dinamiche dovessero consolidarsi nelle prossime settimane, con prezzi dell’energia stabilmente più elevati rispetto al 2024, il sistema produttivo italiano si troverebbe a dover fronteggiare un aumento molto significativo dei costi di produzione, con effetti potenzialmente destabilizzanti per piccole e medie imprese e possibili ricadute sulle famiglie.
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