“Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
La mobilità sostenibile in Italia attraversa una fase di profonda trasformazione, guidata dalla necessità di conciliare esigenze ambientali, sicurezza e innovazione tecnologica. Al centro di questo processo si trova Most, il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, nato nel giugno 2022 con l’obiettivo di sviluppare un ecosistema di ricerca e collaborazione tra università, imprese e istituti scientifici. «Most è un’ampia rete di 24 grandi imprese, 24 università e il CNR distribuita su tutto il territorio nazionale, che ha il compito di mettere in sinergia pubblico e privato per realizzare un nuovo paradigma di mobilità votato alla sostenibilità, alla sicurezza e all’innovazione tecnologica», spiega Gianmarco Montanari, Direttore Generale del Centro.
L’Italia presenta alcune criticità che rendono urgente un ripensamento profondo della mobilità. Con una media di 694 autovetture ogni 1.000 abitanti, è tra i paesi UE con la più alta densità di veicoli a motore. A questo si aggiunge l’età media delle automobili, che si è allungata fino a quasi 13 anni, ben oltre la media europea, a causa del significativo aumento del prezzo medio delle auto negli ultimi anni. «Non solo abbiamo uno dei parchi auto più estesi del mondo, ma anche uno dei più vecchi, con ripercussioni negative su clima e sicurezza», sottolinea Montanari. Questo scenario è uno dei principali fattori di congestione urbana e inquinamento.
Sul fronte dell’elettrificazione, il percorso italiano è complesso. Le norme europee fissano obiettivi molto ambiziosi per la riduzione delle emissioni, ma le immatricolazioni di veicoli elettrici in Italia hanno mostrato una flessione del 13% nel 2024 rispetto all’anno precedente, pur con segnali di ripresa nei primi mesi del 2025. Montanari invita a guardare alla mobilità elettrica senza rigidità ideologiche: «L’elettrificazione non deve diventare un dogma, soprattutto in un contesto economico difficile. Il costo complessivo di un’auto elettrica può essere vantaggioso solo in presenza di specifiche condizioni di utilizzo, come percorrenze elevate e costi di ricarica contenuti».
La decarbonizzazione, inoltre, non può limitarsi alla sola mobilità privata. Nel settore della logistica e dei trasporti, dove la sostenibilità è una sfida ancora più complessa, servono approcci sistemici. L’efficienza è cruciale: oggi i camion viaggiano con un indice di riempimento intorno al 60% nei viaggi di andata e ritorno, un margine di miglioramento enorme. Qui, le nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale possono giocare un ruolo decisivo, ottimizzando i carichi e i percorsi per ridurre consumi e emissioni. Parlando di carburanti alternativi, Montanari indica biocarburanti e idrogeno come soluzioni da integrare nel mix energetico, piuttosto che puntare esclusivamente sull’elettrico.
Il quadro che emerge è quello di un settore della mobilità in cui l’innovazione tecnologica deve necessariamente andare di pari passo con una strategia coordinata e multilivello, capace di tener conto delle specificità territoriali e dei diversi usi del trasporto. La sfida principale resta quella di coniugare ambizioni ambientali con la realtà economica e sociale del Paese, evitando soluzioni “a senso unico” e puntando invece su un insieme di misure complementari e contestualizzate. Il lavoro di Most, in questa prospettiva, rappresenta un tentativo concreto di dare centralità alla ricerca e alla collaborazione fra attori pubblici e privati per tracciare un percorso di transizione sostenibile che sia anche sostenibile dal punto di vista industriale e sociale.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link